Memoria
Parlano di me le prime luci,
nei profumi freschi e teneri
delle carni di un infante,
nenia di voci e carillon
battente la danza di una cieca.
Parlano di me la sabbia dei deserti,
le oasi del vuoto, le ore del chiarore,
gli astri dello spazio e poi le tenebre;
la ruota delle stagioni.
Ora sono una lanterna:
forzata dalla corrente del fiume,
rincorro l'abbraccio di uno spettro
che fugge da Obon.
Puoi guardare il mio volto
dalle acri forme di fumo
di una candela votiva,
in quella chiesa.
Spargo petali di rose
strappate ancora chiuse
dalla gola ferita
di un giardino notturno.
Perché ti lamenti?
Tutto ciò che devo, io non lo nego:
fuor di me c'è solo
il lato oscuro di un presagio,
la carezza del boia,
e un tetro corvo d'ebano.
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