La fine infinita

Ci voltiamo
a non vedere.
Silenzio di stato,
silenzio di gente.
Chiusi nel nostro soffrire,
passa il concetto
che chi colpisce duro
lo fa anche per noi.
Il silenzio è un assenso.
Del resto ormai lo sappiamo
che lo stato è il primo
a fare vittime innocenti,
e dopo sparire,
non esistere.
Abbiamo le mani coperte con i nostri guanti,
guanti di crosta grossa,
adatti solo per spaccare,
distruggere,
l'unico mestiere che ormai possiamo fare.
Intanto,
con i corpi ancora caldi
stesi a terra,
a marcare i confini della vergogna
arrivano le parole ufficiali
portate dagli eterni troppi.
Ognuno con la sua risposta
ed un colpevole da mostrare,
ognuno col suo bagaglio di frasi
da rispolverare
e purtroppo ancora un po' di gente ad ascoltare
e credere.
Composta sabato 26 maggio 2012

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