Di cosa sono adesso
Di quanto stupore sono fatte
le mie carezze
che si stendono
come un alba nascente
reduce da una notte di dolore.
Di che sapore è fatta
la pasta di quell essere
che come un fiore selvaggio
si avvinghia tra le vene
e ferma la vita per un attimo.
Di cosa vuol essere questa tortura
se non di vernice e zucchero,
di piedi spogli e sassi.
Di quanto sogno sono fatti
gli occhi che si emozionano
sfidando la linea del destino.
Eppure tu mai
hai sfogliato
tra i costumi del mio essere
caduto come un frutto maturo dall albero,
addormentato passivamete arreso
per un intera stagione.
Eppure mai
hai cancellato
il nero inchiostro
che sporcava i muri
che salvavano l'anima
con la quieta apparenza.
Perciò io mai sarò
una barca senza vela,
ma un taglio di sole
tra occhi di nuvole.
Un illimitato pensiero bastardo,
fastidioso come le zanzare,
lacerante come un vulcano,
insano come un aquila in catene.
Mai più sarò
sorriso e pianto inespresso
ma puro piacere
e ali di bianco respiro
sentiero aperto verso l'orizzonte.
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