Solitudine, battuta
la solitudine, come un lungo enigma, si pone,
il tempo, infinito, al solitario pare,
tempo da sfruttare,
per il segreto, dell'enigma poter, capire,
domande tristi, inquietanti,
la cui risposta, fa male, a tanti,
cosa faccio, in questo posto solitario?
perche, come mia compagnia,
ho solo te, caro diario?
cosa ho fatto, per meritarmi, l'esilio?
e numerose,
altre domande,
che vagano, nel pensiero.
la solitudine, il solitario, accettare dovrà,
se altra via, nessuno gli darà.
accettato, ignorato, visto e dimenticato,
per quanto si impegni, resta esiliato.
il solitario, per sempre, solo sarà,
se nessuno mai,
una possibilità
gli donerà.
e quando, completamente abbandonato,
si sentirà,
accomparirà,
nell'ombra della notte,
una piccola luce:
calda, splendente, rassicurante,
come una fata che dona speranze.
cosi il solitario,
di nuovo coraggio,
si coprirà, e alle sue macabre domande,
non più penserà.
apri la porta, comincia a volare,
e la tua gioia, comincia a sfruttare.
esci dal nulla e fanne qualcosa.
e della solitudine,
come i petali di una rosa,
lasciala cadere,
ricomincia a fiorire,
di nuovo splendore,
ed'ecco, che della solitudine,
come una brutta abitudine
avrai dimenticato,
sotterrandola nel passato.
sta a te,
riscrivere la nuova storia,
falla finire,
con una vittoria.
Composta mercoledì 13 giugno 2012
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