La stanza
Cicche di sigarette spente
avidamente consumate
senza apprezzarne il sapore,
giacciono come frutti secchi
dimenticati in un paniere.
Gli occhi alzati
distratti
seguono scia di fumo
che cerca spazi liberi
dalle persiane aperte
e i pensieri van con essa
con la voglia di respirare,
ma tornano muti.
È il caldo, penso,
noia di giorni afosi,
che la pelle rende umida
come da fatica di un amplesso.
No, è solo nostalgia
di attimi ridenti
morti nel passato
che tornano alla mente.
Ora gli occhi sono bassi
malinconici
asciutti
come steli di fiori assetati,
guardano senza vedere
e aspettano che torni il buio.
Composta venerdì 22 giugno 2012
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