Il testamento
Fratello, ora che le macerie costruiscono palazzi,
ora che l'acqua sgorga libera dalla terra,
ora che Dio non c'è più,
ora che la notte si piange,
ora che il Sole sommerge,
ora che la Luna ci ha abbandonati,
ora che l'amore ha abdicato,
ora che la paura regna,
ora che i bambini nascon più,
ora che i vecchi non raccontano più,
ora che i padri sono inermi
e la madri non amano più:
fratello mio, dimmi.
Dimmi come la Luna può illuminare,
dimmi dove nasce il Sole,
dimmi chi fa l'amore,
dimmi dov'è l'onore,
dimmi dove si è nascosto l'entusiasmo,
dimmi dov'è il sorriso,
dimmi che non è pianto.
Dimmi chi diceva che non si poteva,
chi credeva nella diversità
e chi ne aveva timore,
chi cantava pace
e chi osannava bombe;
dimmi com'era la bomba,
com'era il Sole, il cielo, la Luna;
dimmi com'era il pianto,
om'era il giubilo
dopo il fuoco;
dimmi com'erano i bimbi
ammassati come mucchi,
come erano i vecchi,
ammassati come mucchi,
come erano i maschi,
ammassati come mucchi,
come erano le femmine,
ammassate come mucchi.
Fratello, ora dimmi che non si poteva.
Dimmi chi era che non voleva,
dimmi se ne vale questa pena;
dimmi se le lacrime lavano l'odio,
o se l'odio prosciuga il sollievo.
Quando il Sole tornerà, la Luna poserà,
l'acqua spruzzerà, la terra sorriderà;
quando gli alberi ricresceranno,
perché sì, lo faranno;
quando ancora il lupo ululerà,
quando il gallo canterà,
quando il cane ci amerà,
quando il passero volerà e la Colomba porterà pace:
quando Dio aprirà gli occhi al pianto e s'ucciderà,
allora sì che canteremo pace, sventoleremo pace, ameremo la pace.
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