Restavo, in quella buia e fredda stanza,
Ove vegliava il più freddo silenzio,
Ove non esisteva minimo spiraglio di luce.
Tutto ciò, fino al giorno in cui da quella fessura
di quella inutile porta,
venne uno spiraglio di fioca luce,
che forse ogni tanto calava,
magari dal non credere nella speranza,
magari dal non averne proprio.
Mi accorsi che man mano i giorni scorrevano,
la luce aumentava, aumentava,
e continuò ad aumentare
a tal punto che dovetti chiuder gli occhi,
li chiusi, e quando giunse il momento, li riaprì,
un mese esatto dopo il solstizio d'estate,
quella porta che sempre fu sigillata,
si aprì. Entrò un arcobaleno.
Con quel suo splendido sorriso,
con quel suo splendido viso,
che seppe farmi sorridere,
che seppe dar a me il respiro, la vita.
Composta venerdì 5 ottobre 2012
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