Quel dì
Concedimi ancora una volta
il tuo calice
colmo del tuo lussurioso
profumo,
e ancora
per un solo infinito secondo
annebbiami la vista
e fammi viaggiare
sul tuo corpo,
peccaminosa dimora dei sensi.
Te ne prego,
un sol bacio
per poter ripescar dai ricordi
soppressi
il tuo divino sapore,
o un sussurro,
un respiro
per poter stampare ancora
col fuoco
il tuo viso sul mio.
Concedimi il viaggio,
è l'ultima volta
ti giuro,
ma rilascia
di nuovo il tuo fiore
perché io
assetato
possa saggiarne
il profumo,
dissetarmi con la
sua calda
rugiada raggiante.
E tu,
tu accetta il mio spirto,
accogli il mio fuoco
e poi
vai.
Vai, vai
via, lontano cosicché
sfuggan al tuo sguardo
le vergognose
ferite saline che mi rigano
il viso,
voltati solo per osservarmi le labbra,
il mio ultimo sorriso.
Composta lunedì 5 novembre 2012
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