Mi affiderò a te, Sofia.
La nera donna un dì
mi stringerà al suo petto
ed io il suo bacio putido
non più respingerò;
indi la fredda urna
accoglierà il mio corpo
e sul mio avello gelido,
satolla, planerà.
In vita non fui amato
da chi io tanto amai,
così solingo e muto
a te mi affiderò,
perché con tanto zelo
mi desti gran conforto
allorché il greve affanno
la mia mente affievolì.
Se passerai di là,
accostati alla mia tomba;
se poi troverai intorno
una rosa profumata,
con tanta leggiadria,
degna della tua persona,
raccoglila per me;
portala alle tue nari,
ti sarà grato all'animo
il suo intenso aroma;
con lo stesso ardore,
che mi mostrasti un dì,
adagiala sulla lapide,
dov'io riposerò.
Se, invece, sarò cremato
e polvere diverrò,
accarezzerai la rosa,
ne staccherai i petali
e quando spirerà il vento
li lancerai nell'aere;
così io sentirò l'olezzo
del tuo grande amore,
che sarà ancor più fragrante,
se, silente e grata,
i miei sofferti versi
dirai nella tua mente.
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