Senz'anima
È solamente un muro
creato dal ricordo del veleno
che hai ingoiato a trattenerti
sul fondo,
incatenata e sanguinante
in mezzo agli squali della mente
che ti dilaniano il cuore
rendendolo pietra muta
privo di passione,
e di questo la testa ne gode
guadagnando sempre più potere
su un corpo che non ha che
da affogare.
E lo scheletro muto
degli anni che quell'armadio celava
ora appare più bianco che mai
scolorito
da bugie troppo a lungo tenute
a marcire in logori cassetti
consunti dai tarli della sopportazione,
e la violenza che facevi a te stessa
non può che portarti a
pugnalare
e a godere
del sangue.
Non versare più lacrime vergognose
e chiudi gli occhi,
per sempre,
in un sonno che solo il tempo sa
spezzare
e osserva da dentro la realtà di fuori
e scopri il volo d'uccello
che sale in cielo apparentemente infinito
fino a sbatter le ali contro
le pesanti sbarre del mondo,
scopri che la libertà che hai cercato
ti ha aperto solo una gabbia più grande,
e ora smetti pure il tuo canto
e adagiati al suolo come
i tuoi compagni trafitti
dal piombo dell'uomo.
Hai morso la mela,
ha saggiato il peso del pensiero
e hai mestamente sopportato
il fardello del tempo,
e ora?
Il veleno del serpente
ti logora dentro
ma fuori appari splendente,
splendente come non mai.
Da un finestra
attraverso i grigiori della pioggia
ti intravedo ancora una volta
mio amore,
i tuoi occhi colmi di gioia,
il mio petto fasciato
dalle foto ingiallite dagli anni.
A terra ancora i frammenti del mondo
immersi nelle defunte lacrime
dei ricordi.
Composta lunedì 3 dicembre 2012
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