L'offuscante riflesso del silenzio
Si sente sofferenza, silenzio e disprezzo,
il dolore è mostrato attraverso parole,
con un mare di rimembranze e deserti
di rancore,
il tempo è dotato di spina dorsale, con
un sogno lontano e una realtà da dimenticare,
con porpora su polsi mortalmente segnati,
che stende sul pavimento ricordi dannati.
Si conta alla rovescia, per un lieve sorriso,
il lamento dell'anima nel silenzio si è chiuso,
ricamato sul pianto, in penombra del viso,
vi è l'impronta del fato che non ha un passato
concluso.
Pioggia asciutta scivola addosso,
pesante e silenziosa,
invisibile allo sguardo di colui che riposa.
Come la tela che assorbe miliardi di stelle,
offuscata dal sonno di due sentinelle,
la speranza è svanita con il sole,
ormai offuscato da una coltre di dolore,
e mentre si ama con voce sommessa,
ecco che il cuore grida un'altra promessa.
Il cielo è grigio, i prati incolti, i pensieri
soffocanti e le mani tremanti,
e così come il suolo ascolta la voce del mare,
lenta una goccia è intenta a solcare,
più lento e famelico è il sussurro dell'agonia,
che è più vicina allo spirito di qualsivoglia
compagnia.
Arse da fiamme immaginarie sono le speranze,
i sogni, i sentimenti, le emozioni, trascinati oramai
in giardini senza fiori.
Si sente il ticchettio di un orologio,
il tempo di sognare e di pregare è terminato,
in frammenti di antica felicità si è mescolato,
è annegato in una miriade di attimi mancati,
e di tenui e incolori sospiri solitari.
All'ombra del pianto, con il sorriso imprigionato,
il cuore di una roccia si è lentamente sgretolato,
che solo il vento ha saputo cogliere, trasportare,
ma che in quell'incontro di ferite non ha saputo
interpretare.
Come il riflesso della luna sul nero dell'acqua,
nessun rimpianto dall'essenza si scaccia,
e mentre la notte respira, coniatrice di sogni,
l'anima preme sui polsi lame arrugginite dai
ricordi.
Composta sabato 8 dicembre 2012
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