Noi figli della guerra
Anni tremanti appesi ad una foglia
su per il vorticoso dedalo dei sentieri della vita.
Era il tempo di baci screziati di viole,
frutto di teneri abbracci e carezze.
Ora, noi figli della guerra,
ascoltiamo l'eco dei silenzi dei cuori stranieri
e, intrisi di tristezza, vaghiamo
nella luce fatua dell'impervia brughiera
incendiata da un'acerrima battaglia.
Poi,
quando finalmente s'immolerà l'animo nostro
schiavo della sete amara del potere,
non saremo più costretti ad annaspare,
non più naufraghi nelle impervie trincee.
Scacceremo d'improvviso l'orrore
con una promessa di pace
che assumerà l'aspetto, nella nostra oasi di quiete,
d'oro fuso d'un amore tramato fitto.
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