Fo
Un giorno in quella casa del cortile
al piano basso
arrivò una famiglia forestiera
venuta dal nord,
"Fo" era la targa della vecchia Guzzi
con sidecar che il padre
lustrava con orgoglio
mentre i monelli intorno
a far domande e a toccare
il prezioso oggetto delle meraviglie.
Dalla finestra sul cortile
appariva Antonella, la piccola di casa,
attirava come zucchero le mosche
noi ragazzi più grandicelli
sui tredici anni come lei.
Io la guardavo dal terrazzo di casa,
bella era bella, gli occhi neri e intensi
i boccoli stretti da fiocchi colorati,
una voce gentile e parlava italiano pulito,
Addio alle mosche cieche
allo schiaffo del soldato
ai giochi di sempre di sera.
Via al gioco della seduzione
dell'angelo arrivato da fuori
e spesso una vera scazzottata
tra M. e U. o tra G. ed A.
fissava nuove e transitorie gerarchie
nel rispetto del gruppo.
In quel tranquillo cortile
c'eri tu ora a dar luce alla vita.
Poi fu la mia famiglia
a lasciare la casa avita
e a partire forestiera per altra città,
di te non so più nulla
resti un ricordo dolce e malinconico
come una foto in bianco e nero
dell'album della vita.
Composta sabato 10 giugno 1995
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