È un duro percorso
Ai piedi dell'invalicabile montagna,
piego le ginocchia stanche
come raccolta in preghiera,
la fronte sull'umido terreno.
Mi raggomitolo mimetizzandomi.
Voglio solo riposare
prima di tornare in piedi,
trovare la posizione originale.
L'ombra mi sovrasta
e incombe come grandine gelata
sulla mia pelle nuda.
Il cuore stretto in pugno
si nasconde per paura
di essere colpito ancora.
Ma il suo pulsare aritmico
amplifica il suono
e scoppia in un pianto di fango.
Mi accartoccio tra le braccia.
chiudo gli occhi per vedere
un altro buio colorato.
Vorrei scavare un fosso
come fanno i cani
e dormirci dentro.
Ma i piedi dolenti sotto il peso
non si arrendono e
muovono lenti.
Sarà un passo.
Poi un altro
e un altro ancora.
Composta lunedì 25 febbraio 2013
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