Verso Venezia
Seduto al mio posto
viaggio tra le strutture,
le menti e le foglie
di alberi morenti, solitari.
Viaggio
con popoli miei pari,
persone semplici, vere
ma ignoranti.
Braccia meccaniche
coltivano la terra,
seminando castelli d'acciaio,
bugie, nuove realtà.
Osservo
il paesaggio cambiare,
viaggiando lento
tra montagne innevate
e laghi di ghiaccio.
Provo a pensare
cosa vede questa ragazza
accanto a me, accanto
a tutti gli altri. Noi,
che ci muoviamo piano
verso una città eterna
che accoglie, che piange.
Una città sorta
tra mari digitali
e favole di cartapesta.
Un luogo orfano
delle grandi virtù,
della peste, della storia.
Un oasi di tribù perdute,
tra calli e ponti,
tra l'arte e la poesia.
Composta giovedì 14 marzo 2013
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