Shaya
Ho recato
la mia calla disadorna
a una bimba
mai nata
(aveva il nome
di un arcobaleno,
ceneri di luna
sugli occhi).
E poi
ho gridato come un cane ferito,
e poi
ho brancolato
nel buio
come un poeta cieco,
il mio sole
è invecchiato
in un'urna di nebbia.
Tutto perduto,
mio piccolo angelo,
nemmeno un mattino
striato di luce:
la morte
schiaccia tra le dita
le anime nuove
degli asfodeli.
Composta martedì 20 novembre 2001
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