Scritta da: Ciro Orsi

A Merlino

Erano nati nel giardino dei vicini
da Iside
una vispa gattina bianca e nera
cui dava più diletto il gioco
che la cura della prole
e infatti presto
i due micetti si trovarono
a dover sbrigarsela da soli
perché di Iside
si persero le tracce.
Merlino era tutto nero
con una stella bianca
in mezzo al petto
e prese a frequentare
il mio giardino
ma sempre
con molta discrezione
tanto era diffidente e timido,
mi osservava da lontano
prendeva confidenza
poco a poco
finché in cuor suo
fu certo di avermi conquistato,
da quel giorno
decise che gli appartenevo
insieme a tutto il resto
ed io mi illusi
che Merlino fosse mio.
Ebbe ogni attenzione
per sentirsi a proprio agio
una casetta di legno
calda per l'inverno
varietà di pasti
da leccarsi i baffi,
un ampio territorio d'avventure
e un mondo di affetto
dalla nuova famiglia
di adozione.
Lancillotto era bianco e nero
un tipo sveglio e pratico
ed in cuor suo apprezzò
l'uscita volontaria del fratello
dallo stesso territorio
della famiglia dei vicini.
Lui restò di là senza rivali
e quando lo voleva
poteva fare visita al fratello
e viceversa per Merlino,
cosa chiedere di più
dalla vita per un gatto?
Lancillotto era sfacciato
Merlino era discreto
Lancillotto era vorace
Merlino era remissivo
Lancillotto era curioso
Merlino era pensieroso
Lancillotto era prepotente
Merlino era prudente.
Merlino seguiva la vita
restando un passo indietro,
aveva timore di lasciarsi andare
stava sul chi vive
voleva tanto affetto
per pareggiare il debito
impresso nel suo DNA,
ma sapeva che il conto
gli era costato caro.
Lancillotto era un tipo
assai diverso
spavaldo e strafottente
cercava l'avventura
e non badava al rischio.
Quando si ammalò
senza speranza di guarire
d'un morbo assai grave
che può capitare
ai gatti avventurosi
non fui meravigliato
più del dispiacere
che provai per la sua morte.
Dopo poco tempo
Merlino si allontanò da casa
nella stagione degli amori
è normale che succeda
ed infatti era già successo
tante volte,
ma questa volta, purtroppo,
non tornò mai più.
Merlino mi appartieni davvero
non è stata un'illusione
tenerti sulle gambe
sentire il tuo ronfare sornione
seguire i tuoi passi silenziosi
osservare i tuoi sonni beati
guardarti negli occhi
per leggerne l'anima,
godere della tua nobile bellezza
ogni volta che accendo
il mio computer
o apro il mio telefonino.
Composta martedì 7 maggio 2013

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