Crepuscolo
Di pochi tratti cambiano giorni e anni
si stinge e si scurisce il tempo
che fluisce e sfiocca speranze e sogni
non abbaglio oggi balena all'orizzonte
così lontano e intriso di inganni;
l'avvenire è un moribondo
e dell'accadere poco più gli riguarda.
In un lampo, breve, tutto è passato:
il verde è bruciato, i castelli di sabbia
son crollati, ali da urti stroncate
giacciono inerte al volo,
nel buio o nelle ceneri del fuoco
che ci bruciò nulla più brilla
il cuor per evitare addii e nostalgie
oltre un no o un si non si sgola.
Il prodigio di non sapere,
che si materializza
nell'ignoranza o nel culto di vanità,
per tanti avverato, resta tuttora
la nostra invidia insoddisfatta.
Un fiocco rosa o celeste... un necrologio
affisso al muro e infine la vita si sfascia:
l'estinzione, il peggio visibile
o intuito è la conclusione del vivente!
Basta fissare un vecchio o un morto
per capire l'ineluttabile verità
che alla quiete dell'abisso ci consegna.
Nuovo tempo acre per un sentire acerbo
scandisce l'attesa - lunga o breve che sia -
di vedere il tutto compiuto;
senza sonnifero e ad occhi aperti
perscrutiamo il nulla che sta incubando:
pensiamo alle fandonie in cui abbiamo creduto
all'illusione di altri mondi mai veduti
alla marea perenne di morti e vivi
alla folla né allegra né triste delle vie
alla sostanza che si scompone e cade al vento.
Nel sopire dei ricordi, un nonnulla
di cui non siamo né autori né arbitri,
si compone e ci inquieta;
prossimi a una tappa senza seguito,
indisposti al riso, restiamo a fumare
il resto di vita che ci è dato.
Oh bellezza e amore
perituri conforti fugaci ai lutti umani
propiziati dall'opera insensata
di un materia canaglia e immortale
così banalmente vulnerabile
nei suoi aggregati e nelle sue forme!
Composta martedì 11 giugno 2013
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