Scorza esteriore
Un
meriggio annoiato
dai troppi confusi rumori
Smorza nel'aria ch'avvolge i suoi
migliori colori
Mentre il lieve andare del fiume, dal'udito
ignorato scompare
Vesto di bianco il mio ego, senza vergogna provare, come
fanno i signori, associando i miei
passi ai loro
In quel passeggio serale, fatto d'occhiate ingrandite, di grandi
sorrisi macchiati, che innanzi mostrano il cuore
Alle spalle, oscure parole
Basta la scorza esteriore, saper di cielo miniare, come in
un giorno di sole, come se fossi
al mare
Poi se il pensiero che urla, il suo celato tremore
Pure se forte ti piove, dentro le
valli del cuore
Nulla di questo traspare
al lieto passeggio
serale.
Composta lunedì 24 giugno 2013
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