Vita vissuta
Le frustate prese senza ragione,
dalla rabbia folle di chi ha contese,
gorgoglio di sangue che usciva,
mischiato alle lacrime senza fermate.
Un piccolo spazio desiderio invano,
dove la felicità occulta era un arcano,
su questo mondo perso nell'utopia,
resta la paura dentro la fantasia.
Ritrovarmi poi con il cuore in mano,
maltrattato e chiuso dentro a un collegio,
la libertà persa la libertà vera,
era reclusa da una tonaca nera.
Suore che pregavano un loro Dio,
ma non era lo stesso che pregavo io,
persone di fede che non sanno proclamare,
quello che il Signore bramerebbe dare.
Cammina lento il passo mio,
sul percorso che mi ha dato Dio,
freme il ricordo con tutta forza,
sopra la pelle e dentro le ossa.
È un giorno perfetto per ricominciare,
per scordare il passato senza soffrire,
per aprire le porte chiuse da sempre,
sulla libertà che pretende la mente.
Composta sabato 20 luglio 2013
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