Vaghi li miei pensier
Poscia ch'io vidi la donna mia passare per la via adorna, Amor che per sire tennè l mio core, andi cominciòmmi tra li miei pensier a dicer cose nove ch'io hora non ridico. Perrocché ragionando a-elli si fuste lo mio segnore, io, ch'ancor domandòmmi si Amor gentile è cosa nova ne 'l core, quivi con esto sonetto cominciai: "Vaghi li miei pensier"
"Vaghi li mei pensier ò d'Amore"
Vaghi li mei pensier ò d'Amore
poscia ch'egli per lo suo volere
domandòmmi: "Chi è lo tuo segnore?
Chè fia pensoso 'l suo piacere?"
Più dimande parean che risposte
e io: "Chè resti? Che non t'abandona?
Mille penseri ne la mente foste,
che parlan d'Amore et non mi perdona."
Amor ne 'l cor gentile è cosa nova,
che "l savere seco fugge sol pensando,
se diletto o tormento m'à costui.
Ancor io vo" teco ragionando,
se tutto 'l mondo et lo cielo ne mova,
ch'Amor comincia et io appresso a lui.
Composta mercoledì 24 luglio 2013
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