Cara collega
Lasciammo gli eccessi della notte
uscendo da due porte diverse.
Io con un pallido ricordo,
tu con la tua vergogna
che avresti scoperto di avere
soltanto al risveglio.
Io avevo le braccia stanche
per i forti abbracci,
tu le avevi le mani
sporche del mio corpo.
La tua cravatta
da donna in carriera pendeva da una sedia
nella tua casa di donna in carriera.
La mia cravatta,
assassina fallita
per l'eccesso di resistenza
di un collo abituato a campare
giaceva per terra,
nella mia casa d'artista fallito.
Forse ci saremmo incontrati di nuovo
nella stessa giornata,
magari nel nostro ascensore comune
all'orario di ingresso
oppure alla mensa.
Tu col tuo piglio deciso
di donna in carriera,
io con quell'aria svanita
di chi aspetta soltanto la sera
per andare a cercare in mezzo a molti qualcuno
chi passi la notte con lui
ed il giorno dopo
faccia finta di niente
o si scordi di averlo mai visto.
Composta venerdì 16 agosto 2013
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