Senza ali e col tetto troppo basso.
Sbattere, ritentare, bruciarmi le piume.
Raggi irriverenti che mi squagliano la cera:
volo di Icaro, spezzato, interdetto, bloccato.
Ho mille voli dentro,
l'iperbole,
traccio una gaussiana nell'aria,
spazio ed etere infiniti.
Nessuna rete di protezione,
l'incoscienza,
il suicidio premeditato.
Ali di civetta notturna,
letto come nido.
Tatuo sulla pelle ogni richiamo notturno,
ché l'inchiostro possa penetrarmi dentro,
creando crosta e resti permanente
come volo sognato.
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