Alle mie Langhe, un canto
Oh Langhe
mie vecchie care amiche, da codesta
altura, sapete dare agl'occhi, un fascinoso
sguardo, alla di voi lettura
Voi, figlie del mare, somigliate al'onde, nel mosso
rinverdire, nel mescolar colori
tra boschi, fiumi e fiori
Avvolto nel'incanto, nel vento che scompiglia, v'osservo
tutte quante, dai colli, al litorale, quasi di verde, un mare
che non si può scordare
Nei vostri sguardi leggo, in cocci da incollare, frammenti di
mia vita, albe dolci chiare, tramonti indefiniti, ciel di stelle
pieni, giorni di sereno, visi e volti amici
D'amor volati via, in notti poi smarrite, nel vento ancor viventi
avvolti in pensieri a volte indefiniti
tra glicini fioriti,
Potrei, menzionare, se sol non fossi avvolto da tremula emozione, il nome di città, piccoli paesi, castelli, antiche chiese
tra orme conservate dei celebri romani
In codesta zona, ove l'amor risiede, il conoscer non ha attese
Tra fondi valloni ed alti colli, ancora mi sovviene, un
bimbo, appeso a un filo, inseguire un'aquilone
Tra fronde arrossate, di vigne già famose, di giovani ciliegi
s'ode ancor nel vento, versi di Fenoglio,
canti di Pavese
Oh Langhe, mie vecchie Langhe antiche, vi
canta un vostro figlio, ove, in si tanta
meraviglia, ancor sosta
radici.
Composta lunedì 10 settembre 2001
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