Senza perché
Incedo ondivago, senza certa meta...
A lungo mi soffermo
dinnanzi ad esortazioni di fanciulli.
Ti reclamano, non hanno freni.
Supplichevole invito a restare.
Di te non possono privarsi.
Ascoltano attenti
pensieri immeritevoli...
Destano il tepido compiacimento.
E ripensi ai tuoi giorni
che lievi si inseguono,
figli d'un tempo senza perché,
minuscoli frammenti
immersi in magma vaporoso.
Si incontrano con miriadi di vite,
stanche, deprivate di istinto,
ortodosse all'unica disciplina che li sostiene.
Riempiono sacche di oggetti e di atti,
di denari sudati, immeritati...
Lottano e gridano proprie nevrosi.
Celano lacrime oscure,
senza sogni e senza perché.
Composta mercoledì 18 settembre 2013
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