La giustizia (dono segreto la libertà)
Vecchio:
fluisce il pensiero mio
innanzi al polifemico occhio.
Mi solleva veder da questa lente
il mondo che a me appartiene.
Ancora tu o fraticello
mi sostieni.
D'un tratto m'appar fanciulla
che subito di tigre
le fattezze prende.
Tigre:
son fiera ardua e parlo
dopo averti accanto.
Il vagabondo mi ha detto
di insegnarti strada maestra e verità terrena.
Non c'è libertà se non c'è giustizia.
Dono di chi tutto regna.
Speranza di anime pure
lieta novella porto.
Pensavo di trovare al posto tuo un frate.
Di forza e di coraggio
armò con ardor il di me animo.
O caro errabando
io ancora te invoco!
Promessa mi facesti e
con l'indice mi dicesti.
Ascolta e taci
perché a Dio tu piaci.
Frate:
o tigre di te conosco
la favella e messaggio altrui ti porto!
Non temere prigionia
perché tua è libertà di vita.
Di pietre più preziose sarai vestita a festa
e col calcagno fiera
saprai schiacciar di serpe la sua testa.
Appare allora il frate e
forte lui sostiene:
sii forte e valorosa
e ascolta ancora.
Tre doni io ti porto.
Le pagine più belle
onore e gloria sempre.
Sei tigre lusinghiera.
Di fauci vanne fiera.
Azzanna la giustizia e
calpesta impudicizia.
Tigre:
giovin fanciulla io sono
ma amo le gioie e bramo virtù e gloria.
Frate vagabondo dammi il grave compito.
Perché io possa un giorno viver con vanità.
Come regina calpesto il suolo
di questo mondo a volte oscuro e ignoto.
Sorniona come un gatto che
fa le fusa e sbrana
o da una zampata.
Vecchio:
cos'è giustizia o tigre fiera?
Cosa vuol dir calpestar la serpe?
Tigre:
uomo che chiedi hai paura e parli piano.
Alza la voce e sistema il tuo pastrano.
Io tengo in fuori il petto
e bramo l'altrui cospetto.
Condanno e guardo il male
e non temo il mio rivale.
Giustizia vuol coraggio.
Temperamento e onor perpetuo.
Dritto guarda avanti e muori per il vero
perché domani tuo figlio di te sia fiero.
Vecchio:
mi chiedi impresa di coraggio.
Vuol dir rischiar la vita per giustizia.
Per dar possibilità ad altri di viver pace
che in vita mia cerco.
È assurdo tutto questo!
Non posso, non voglio, non ci riesco!
Tigre:
bada tu, pussilanime!
Sparisci!
Non sai neanche cosa dici.
Esiston uomini di simil virtù
eroi senza pari che portavano in cuore
la costituzione.
Dalla chiesa, falcone e borsellino
son periti un pomeriggio.
Anime pure, temerarie han vissuto senza inganni.
Io ti parlo di grande forza.
A quegli uomini onore e gloria!
Vecchio:
hai parlato di costituzione
cosa dici per questo testo?
Tigre:
non è a me che devi domandare
ma ai procuratori che di esso fanno bibbia.
Scendi a valle e sali le tre scale
incontrerai statua di donna che su una mano il testo porta.
Il vecchio si ferma. La tigre lui osserva
e solo allora si accorge che qualcosa lei cela.
La serpe sotto le sue unghie si dimena
mentre lei le malefiche zanne avida esce.
Nasconde il capo di famelica donna e poi da tigre si trasforma.
Raccoglie il corpo,
il suo bottino nasconde.
Dopo il lui si volta e un colpo ascolta.
Un tonfo sordo e il sangue cola.
Il vecchio non vede ma si sporca il piede.
Mai liquido più putrido fu motivo di disgusto.
Orripilante agli occhi
nauseabondo al naso
appiccicato resta.
L'uomo cerca acqua
pulirsi riesce e si disseta.
E allor che vede omini che scalano il recinto.
Giustizia appare a lui di marmo costruita.
Arte bellissima e quasi viva
porta in alto seduta e assai distinta
il libro mastro che di luce brilla e di tricolore il cuore porta.
Una bilancia è nell'altra mano.
Tiene lo sguardo fisso oltre e
sopra il capo vicino ad un piatto
accesa è fiaccola di fuoco ravvivato.
Il vecchio si sentì assai piccolo davanti alla giustizia.
Gli altri alla sua vista si nascosero di soppiatto.
Chi sei tu? Chiesero con coraggio
senza celare a lui il volto assai nascosto.
Non oso parlar a chi non conosco.
Fuggito sono da un losco posto.
Bramo giustizia e legger costituzione oso.
Anch'io voglio virtù e onore in ogni loco.
Gnomi:
bada omo, non sai che dici.
Se rubi il libro poi ci dici.
Nessun riesce ormai da anni
racconta come puoi
e a noi poi!
Vecchio:
vergogna! Non cerco simil onta!
Io che conobbi prigionia
voglio conoscere passione mia.
Uomini hanno ucciso e sono morti.
Hanno sofferto e scritto con le vene
la verità che ci appartiene.
Sgattaiola uno gnomo dall'anfratto.
Di unghia lunghe e la sua mano.
Anello d'or che pesa porta in gioia
lo sfila e verso l'uomo lui lo rotola.
Capo gnomo:
vecchio amico tuo, io sono.
Ti omaggio di questo dono.
Altri denari avrai un giorno
(ma il vecchio il digrigno recuperò al volo.)
Da quando è nato il mondo
tutto si è contrattato.
Anche giustizia è in vendita perciò
allunga la tua mano.
Osserva attentamente:
in alto non son stelle
ma un mare di gioielli.
Io di te faccio un re
e di ori ti ricopro.
Prendi il testo senza leggere
e gettalo nel fuoco!
Vecchio:
cosa mi dici con tanta parsimonia?
Chi sei così malvagio che attenti a me
con l'inganno?
Capo gnomo:
che ridere mi fai vecchio guarda
attorno a te e svegliati un poco.
In nome di tesori si son venduti onori.
L'uomo si guarda attorno e vede ogni
horror del mondo.
Gnomi:
c'è pure una puttana
se vuoi è la tua dama.
Chiedi ciò che vuoi o gioca un po' con noi!
Ah! Ah! Ah! Ah!
Uno degli gnomi:
capo lascia perdere se alto è il di lui braccio
vieni a giocar!
Il poker è cominciato!
Non riesce neanche lui a rubare il testo
conviene spaccar la dama ma
moriamo per la sua fiaccola.
L'uomo tacque seduta-stante
e una goccia gli cadde nelle mani.
Forse è pioggia oppur lacrima
d'acqua che scende da una foglia.
Non vide nulla questa volta.
Sirena si sente improvvisamente.
Bruni i capelli e belle son le vesti.
Dolce nenia canta.
Lo culla e si addormenta ai piedi di giustizia.
Il vecchio in sogno le risponde:
voglio amarti fata ma...
s'addormenta e tace
accarezzato da lisce mani vellutate.
Sirena:
nel paradiso io ti porto.
Non leggere il libro omo.
Conosco beltà e passione e
so farti battere il cuore.
Dormi come un fanciullo
desidera di me fino a saziarti
e non pensare a nulla ma torna da dove vieni.
Vecchio:
prigionier io sono a farmi fuggir
fu il polifemico occhio.
Libertà io cerco ma prima ancor a giustizia io credo.
Sirena:
non esiste ciò che credi in questo mondo.
Arrenditi all'evidenza e sogna ancora.
Spogliarmi davanti a te io oso.
Pura e verginale a te mi dono.
Toccami uomo son carne pura.
Bacia le mie labbra e godi un poco.
Son baci che ti offro se mi sostieni.
Brucia il libro al tuo risveglio e bevi dal mio calice
un vin di bacco.
Lasciati tentare e non mi condannare!
Vecchio:
non oso svegliarmi perché virtù più bella mai conobbi.
Come sirena mi tenti ma io sogno
perciò ti dico domani è un nuovo giorno.
Stanotte con me dormi ma dopo non ti ascolto.
Sirena:
vile marrano!
Non sono il tuo gioco
non hai compreso pericolo imminente.
Costituzione è un libro di passione.
Di nobili gesta e ti porterà alla morte.
Mai uomo osò così tanto.
Io me ne vado!
Frate che all'improvviso appare:
la sirena vuol sedurti
non lasciarti insidiare e avvincere dal male.
Ricordati che giaci e lei incanta e tace.
Son frate pellegrino e seguo il tuo cammino.
Ti pascio di virtù e di svegliarti ti dico.
Non gnomi o tentazioni ascolta.
Ma solo la di me parola.
Male e bene attanaglian la tua mente.
Operoso fu sempre l'uomo e
uguale ad altri anche se di altro mondo.
Non creder a tutto ciò che vedi.
Diritto non fu mai inganno
ma solo motivo di guadagno!
Lusinghe son fallaci e ruina porta
a chi invano le persegue.
Caddero tiranni bersaglio di popoli arrabbiati.
Persero tutto i malvagi perché
giustizia ogni ora conta e una bilancia
pesa azioni rovinose.
Quando ti risvegli facci caso.
Il tuo atto su un piatto giace e
diritto nell'altro appare.
Vecchio:
grazie o frate che mi illumini
e di verità mi vesti.
Non ruberò il testo dei fieri
ma leggerò il contesto
per imparar ad essere libero
in questo mondo che appar funesto.
È libertà che io sento proferir
dalla bocca tua.
Spirito di grazia avrai giustizia
domani e forse già ora.
Con te io voglio aprire
la bibbia del diritto.
Citami legge a cui devo obbedienza.
Frate:
ci sono tante cose che devi tu conoscere.
Una è che devi rispettare il popolo che t'appartiene.
Fondato sul lavoro è il tuo paese.
Salute protegger vuole e con rispetto cerca
di organizzare il di te mondo.
Non hai colore, né religione.
Solo diritti e obblighi d'onore.
Non è difficile vivere in pace.
Bisogna essere sociali e solidali.
Vecchio:
dici parole che mi commuovono un poco.
Io non conobbi il diritto che citi ora.
Frate:
non è così.
Non ti ricordi ma, ci fu un giorno
che conoscesti democrazia
non una sirena ma giustizia vera.
È la famiglia la tua vera vita.
Piccolo stato di grande poesia.
Amore di donna incontrasti una volta.
Amore sincero e giustizia di nostro signore
che non è terreno.
Appare la tigre:
ama ciò che è da amare.
Sogna ciò che puoi realizzare.
Cammina veloce e non ti voltare.
Guadagna con le tue opere e
rispetta la tua gente.
Non cercare un cavallo se non sai galoppare.
Alimenta la fiaccola di giustizia e lotta perché mai si spenga.
Ardua è l'impresa e non sempre funesta.
Cambia il gioco e non farti fregar di nuovo.
In groppa la tigre il fraticello e se ne va lasciando
riposare il vecchierello.
Dolce sonno e sogno profondo
ed un risveglio con un libro in mano.
Quanta emozione scorrer le pagine ingiallite.
Racconta di eroi e di imprese coraggiose.
Ogni norma è una storia scritta con onore.
Impresa di coraggio e di virtù.
Si scopre l'uomo dalla coperta avuta
è la bandiera di una italia forte e fiera.
Il cuore gli palpita in petto.
Un solo grido sente.
Giustizia a tutte la gente.
Lottiamo per l'onor.
Il piave ha mormorato.
Milano l'austriaco ha scacciato.
Terre di piemonte lo straniero ha condannato
ma cavour con l'acqua non gli ha ceduto il passo.
Napoli lo scugnizzo all'assalto a mandato.
Il piccolo genovese una pietra di coraggio ha lanciato.
Falsa alleanza con la germania
e aerei di carta per la grande italia.
Ad un tratto sento udir una voce.
Vecchio, dal polifemico occhio tu stai ad osservare
il tuo mondo.
Piegata e battuta è stata mille volte la tua terra
ma nobiltà di spagna l'ha comandata fiera
anche se al popolo negò letteratura e scienza.
Vecchio:
il tempo che decanti è più lungo ancora.
Non serve rivangar ma a guardare ora.
Voglio un'italia di grandi gesta
che si rialzi a realtà funesta.
Frate:
ricorda figlio che per fare un popolo onorato
serve che la gente impegni il suo operato.
È la famiglia virtù e forza grande.
Piccolo stato in uno stato assai più grande.
Non pesa la moneta e più non vale.
Aumentan uomini soli e tristi e i servizi per il sociale.
Pesano questi sul popolo d'italia:
manca la compravendita e qualcuno che guadagna.
Denari fuoriescono per topi senza scrupoli
e casse dello stato son da consolidare
le tasse aumentano per chi rimane.
Vecchio:
capito ho l'inganno e perché poi sempre pago!
Appare la sirena:
uomo non ascoltare il verbo.
Seguimi te ne prego.
Voglio portarti oltre sotto la luna piena.
L'uomo di colpo cambia luogo
e sopra un monte si ritrova d'uopo.
Vecchio:
di nuovo solo sono e vago nel mio mondo.
Cerco la libertà ma imparo verità.
Giustizia ho conosciuto
costituzione ho letto
e cosa tengo in petto?
Ho il libro con me dietro.
Voce di campo:
ah! Ah! Ah!
Vecchio:
chi ride orsù?
Chi è là?
Ancora tu gnomo!
S'affila l'unghie e ringhia.
Lo guarda e lo sfida.
Qualcosa porti in seno.
Gli dice così di netto.
Vecchio:
guai a te o infido figuro.
Se passi al mio passaggio
ti sfido in un duello
io porto grandi gesta e sono un italiano vero!
Gnomo:
lasciami il libro mastro.
Il diritto così io cambio.
C'è un vento di riforme e non ti puoi appellar.
Tigre:
non hai capito un fatto.
Guarda il mio manto
prostati davanti e rimani a testa china.
Son fiera e decisa
una fiaccola mi porto.
Italia mi chiamo e volo o ringhio.
Di zanne ti condanno se tocchi il vecchio uomo.
Appare di fatto donna con abbondanti poppe.
Una corona in guglie e una fiaccola di fuoco accesa.
Son tigre ma son signora
sono una grande forza.
Il libro dammi uomo
a custodirlo io ci sono.
Guarda i miei piedi.
Son pien di figli
soldati valorosi
fino alle caviglie.
Gli gnomi uscirono a frotte ma
davanti al fuoco di passione periron per loro sorte.
È il popolo che insorge.
Evviva la nazione!
Il vecchio finito tutto guardò la donna statuaria
prendere il volo trasformata in aquila.
Non son più solo disse, con fare un po' commosso.
Davanti a me c'è tutto il popolo.
Voglio anch'io andare in volo e si aggrappò ad una zampa.
Cieli azzurri di libertà conobbe allora.
Acque cristalline e monti più verdi e salutò le genti.
C'è un cuore che batte e appartiene a tutti
è verde bianco e rosso ed emoziona troppo.
Nessuno tocchi mai la nostra verità.
Giustizia ereditata e libertà con gran forza conquistata!
Composta lunedì 16 dicembre 2013
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