Lavoro e dignità dell'uomo (dono segreto, la libertà)
Rullano i tamburi ma non è festa.
Avanti popolo alla riscossa!
vogliamo pane, lavoro e ripresa.
Chi ha rubato la nostra vita?
Forza italiano urla più forte
in tutto il mondo vi è uguale sorte!
All'arrembaggio osiamo dire
forconi in mano e grida infinite.
Volano pagine di Costituzione
quarto capitolo non ha padrone.
Celle si aprono, non è un indulto ma
affare di Stato non contemplato.
Grande Signora dove sei ora?
Cosa succede in questa aurora?
Cos'è scompiglio, chi ha tradito
chi non ha dato o ha dormito?
Europa si chiama la nostra condanna
Italia è ferita.
Si sente tradita.
Scelte si fanno senza ragione.
Il popolo ha fame e cerca un signore.
Che dici mio frate?
Chi è il designato?
Cerchiamo qualcuno che ami lo Stato.
Io guardo da un angolo e non capisco ragioni
poi vedo una donna andare dai tuoi.
Italia:
Sono l'Italia, non vi abbandono
triste è il destino ma non repentino.
Vi abbraccio fratelli.
Son quasi sconfitta ma non finita.
Continua la vita.
Vi osservo e mi chiedo se posso sapere
chi siete e che fate. Mostrate le mani!
Io sono un commerciante di cose pregiate.
Ho perso i clienti e non sono tornati.
Io sono straniero e chiedo diritti,
casa, salute, lavoro per tutti.
Io sono padre e voglio portare
un pezzo di pane ai figli e al cane.
D’un tratto Italia si sposta di netto
mi vede e incontro a me viene.
Esito un poco ma capisco che è il tempo.
Allora indietreggio ma poi dico il vero:
Strappata mi fu la vesta
con cupidigia maldestra.
Con passo che tentenna vago avanti e indietro
e alla folla non mi lego.
Amor di Cristo mi veste e una rosa
lascio cader sul suolo davanti a te Signora.
Italia:
Chi sei donna quasi ignuda
mi chiede porgendomi il suo manto.
Non vergognarti di mostrarti e raccontami il tuo pianto.
Io:
Vedova sono e orfani del mio grembo porto.
La città dei miei beni mi ha reso spoglia e
oggi non ho bandiera per dirti onore e gloria.
Italia:
Il vento è fermo.
Stendardo mio sventolar non vuole.
Costituzione ti dono e un inchino ti porgo!
Copriti con la mia veste come si è sempre fatto.
Mandato via è il gran capo ma diritto è rimasto.
I Figli tuoi sono i più belli.
Italia li abbraccia prima di altri fratelli!
Lavoro e dignità gli deve e non preoccuparti
perché se madre con te io sono
l'amor di padre li veglia d’uopo.
Non piangere donna al mio cospetto.
Italia ama le madri dei suoi figli.
Coraggio ti dico e avanti alla folla mettiti.
Infreddolita oso raccoglier l'abbandonata rosa
la metto in capo mentre Italia con forza
si è strappata il manto.
Italia:
Se mala gente ti ha tolto tanto,
io ti rivesto e ti do coraggio!
poi mi copre il corpo asciugandomi il pianto.
Forse sto sognando mi dico allora
in questa confusione ho visto tutti perder diritti.
Domani sarò sveglia e triste come ora.
Un uomo io ho sepolto, l'amore mio di sempre.
Lavoro mi han rubato e denaro mio dato
a chi non conosce affanno.
Intanto che parlavo
il falco volava pellegrino e ritornava.
Voleva non esser vinto d'Italia innamorato.
Signori che votate, un gesto vi chiedo ancora:
Prendete la bandiera e urlate più di ora!
Voce di campo:
Togliamo ai dirigenti per dare a chi non ha.
Aumento ai dipendenti, rialziamo saracinesche!
A furor di popolo urlavano tutti
vogliamo libertà, giustizia e democrazia.
Un uomo che ci guidi e ami la nostra terra.
Non riforme ma soldi e trionfi!
Clienti e tangenti ci hanno piegato
ma siamo un popolo forte e ci risolleviamo!
Libertà chiediamo in coro.
Dono segreto per ogni uomo.
Composta lunedì 23 dicembre 2013
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