Mani
È immobile, scolpita nella pietra,
lo sguardo perso verso l'infinito,
viva solo una lacrima splendente,
testimone di un dolore senza nome.
Mani pervase da dolore muto,
per non aver saputo trattenere
l'urto dell'onda sorda e devastante,
che ha trascinato tutto nell'abisso.
È condannata a vivere ugualmente,
solo le mani ad affrontare il cielo,
negli occhi l'acqua grigia impietosa,
negli orecchi il tumulto spaventoso.
Mani giunte in preghiera silenziosa,
grido impotente, desolato, vano,
contro il mare impazzito di tsunami:
nessuno torna a raccontare il viaggio.
Composta lunedì 5 luglio 2010
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