Dalle cavità umide
e dai miei echi
che portano voci assonnate
mi ergo
solitaria
triste
coperta di soli veli di malinconia
che genera strappi
lungo cuciture oscene
che trasfigurano
ogni pallore rendendolo livido
e fanno lasco ciò che era liscio
cicatrici tastate con le falangi inorridite
ed il ritrarsi terrificato
come se il tatto fosse vista
e la vista, udito
ed il cuore, morto
e la vita, non vita
Anedonia.
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