Dietro una siepe
Ho paura sai?
La vita ti percorre lungo troppe vie
che non posso conoscere:
alcune sembrano scendere buie
in un intimo di riflessi
altre scorrere limpide
sulla tua pelle perlacea di giovinezza.
Così, talvolta, le mani
s'intrecciano sconosciute, nel sonno,
in desideri evanescenti,
foss'anche per un solo vaneggio
di splendore.
Perdoniamoci.
Dimmi: dove vai quando sparisci?
Riposi forse sui tuoi pensieri,
oppure ti sollevi caparbia
al di là delle loro dune maestose?
Se fossi prensile come suolo
potrei provare a comprendere
il tuo sapore agreste,
Ma sei cielo,
le tue iridi si fondono
al mare in risacca:
non è facile trattenerti.
Ah, un giorno avrò scarpe
per percorrere tutti i tuoi sentieri
e l'infantile calma
per giacere nell'incavo
dei tuoi palmi gentili. Chissà.
Guarda fuori, le stelle già ci chiamano
al loro vespertino altrove
nella buia caverna dei nostri segreti
troppo grandi, maestosi, intimi.
T'allontani ancora Occhi di giada?
Sì, danza, sulle galassie
sì, danza
un ultimo canto d'allegria
con nuda meraviglia,
e il mio occhio fermo sulla nuda terra
solleva oltre l'inconcepibile.
Sì, danza!
Ti guarderò ascoltando l'ultimo gorgheggio
d'uccello
nell'imbrunire vasto della notte
che oscura il mio sguardo
mentre l'amore attende
silenzioso
dietro una siepe.
Composta mercoledì 19 novembre 2014
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