Dalla vetrata
Poco vetro mi separa
da quel fuori
di rumori attutiti
e movimenti di natura
dal piccolo uccellino
che rapido sfreccia
quasi a rincorrere
il solito treno che
di momento in momento
appare
con verso contrario e non
ferraglia moderna
con umana gente
si torce di poco il mio orecchio
e poi per fortuna
depongo
il mio sguardo più in là
turgide gemme mi avvertono
la primavera verrà
anche se sopra alto
il cielo
direbbe di no
cupo e uggioso
con vento in lieve spinta
freddo e costante
libera l'ultima foglia ingiallita
con trepida attesa
aspetto
il calar della sera
il lieve rumore rimane
lo sguardo si assenta
un momento
ma
improvviso un oggetto volante
mi appare
giallo elicoidale
avverto sconforto
ritorno a vedere
e capisco il dramma
profondo
dell'uomo
dal vetro del mondo.
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