Scarpette rosse
Leggiadra all'apparir, sovvieni, al pari di dolce farfalla,
volteggiante nell'aria tiepida di primavera in fiore.
Son ali colorate, le tue scarpette rosse,
di lucente raso create, nastrate alle caviglie,
come, da tempi immemori, son solite far le ballerine.
Punte gessate, su cui spiccare il volo,
acciocché farti ammirare, tentando di scordar dolore e ansia,
roteando, aggraziata, in vorticose pirouettes infinite,
esile trottola, nell'armoniosa danza,
ritmata al cadenzar d'una soave melodia,
nell'attitude, nel fouettè, nel pas de chat,
nel coup de pied, nel developpè, nell'arabesque,
le tue movenze fluidamente delicate trasudano energia
e fan di te poesia, sublime libellula danzante,
sposata al sacrificio, senza alcun indugio,
a cui ti doni con passione e dedizione,
per tornare ad esser ancora e ancora notturna falena,
attirata dall'aura iridescente della scena,
nell'istante supremo d'apertura del sipario,
quando, ad occhi chiusi, trai un respiro più profondo,
per balzare dalle quinte e volare su quel palco,
avvolta in altrui vesti, d'organza e di paiettes,
giacché narrar le storie, con la tua suggestiva danza,
preludio, fulcro, epilogo del cantico d'amore.
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