Dall'Inferno al Purgatorio o Storia in metropolitana
Scendo, stamani, altri mille passi
dal suono ormai metallico,
corro e fuggo sul carro del bestiame,
è mattino, e non ci sei.
Risalgo, verso il quotidiano Purgatorio,
ignaro delle mie pene da scontare,
corro, cado e mi dispero,
non distinguo il falso dal vero.
Corre il giorno ma corre piano,
un pezzo di vita vola lontano,
il mio appoggio è ora un corrimano.
Ridiscendo all'Inferno, al carro di bestiame,
risalgo, eccole, pensiline di ferro e rame,
e lontano il rumore usato d'altre vite grame.
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