Giorni bui, scuri, tetri adombrano i miei occhi;
l'occasione di tingere un foglio
s'affaccia nella mente, lesta,
come se fosse l'ultimo di una serie
di sfoghi in cui le mie mani s'abbandonano.
Non oso descrivere la mia tristezza,
già di per se lugubre come espressione,
che si spande copiosa come lacrime a
sporcare l'onestà di codesta cartaccia;
destinata ad essere sfruttata e poi gettata nel dimenticatoio,
insieme ad altri mille perché.
Riversa, è riversa su di un precipizio senza fine,
senza ombra, senza la fugacità di un ultimo pensiero.
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