Ottobre malandrino
Orsù ottobre, sei arrivato?
Stai sfiorendo il verde prato?
E le foglie silenziose,
giù dai rami,
fino a un tempo, rubicondi,
piroettando, fai cadere,
nell'attesa dei bei tempi più fecondi.
Vento freddo sferza i visi;
irruente e dispettoso,
i cappelli fa volare
e, lontano, ruzzolare,
per far correre i passanti.
Pioggia bagna case e strade
ed il sole, timoroso,
tra grige nubi, si nasconde,
quasi ad essere a riposo.
Anche il mare ora appare
agitato e quasi irato,
sobillando le sue onde
a incalzare e far rumore,
non di canto, ma lamento,
per avercela col tempo.
Caro ottobre malandrino,
che indossar ci fai il mantello
e portar dietro l'ombrello,
hai i capelli rosso mosto,
dal sapore del buon vino
e di castagne messe arrosto.
Senza te, messer autunno,
non sarebbe più lo stesso,
quindi, stanne pur sicuro,
tutti noi, l'anno venturo,
t'aspetteremo, come adesso.
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