Quel dannato libro del destino
Uno strano libro, m'è apparso all'improvviso,
ingiallite e vuote, le pagine
ch'odorano d'antico.
Alquanto sbigottita e intimorita,
la mano par avere vita propria,
quand'immerge il pennino nell'inchiostro, appen tremando
e trascrive il nome mio, sul primo foglio.
Un testo appar d'incanto, narrato dal mistero,
com'io l'avessi scritto, nel raccontar il dì futuro.
Nel proseguir d'un altro foglio,
m'è chiara la conferma d'un raro sortilegio,
non della sospetta provenienza.
Magia, ma di che tipo? Nera o bianca?
Stregoneria od incantesimo fatato?
Per tempo, al divenir del buio, rimando la sequenza,
per fronteggiar l'arcano e legger la speranza.
Tuttavia chiude la gola, l'atavica paura e mozza il fiato,
per l'indomani, se il foglio narrasse l'opprimente vuoto.
Com'un gatto, balzo, d'un sol colpo,
gettando tra le fiamme, nel camino,
quel dannato libro del destino.
E, a crepapelle, rido, dopodiché spalanco il vetro e
mi soffermo sulle stelle.
Leggi un'altra Poesia Tutti gli Argomenti
Immagini con frasi
Consigliati
Ultimi argomenti inseriti
Commenti