La lama, l'inchiostro, la carta
Ho scritto una fiaba per quando mi sento solo.
Una fiaba
per ascoltarmi raccontare.
Ho scritto una fiaba
da leggere a gocce,
una parola alla volta.
Da far prendere a piccole dosi
come pillole amare,
inutili cure
per chi non voglio guarire.
Ho scritto una fiaba
da leggere ai figli di madri cattive,
una fiaba che finisce male.
Per le loro madri.
Una fiaba da leggere ai padri cattivi,
che finisce con i loro figli finiti male.
Ed i padri che non reggono per il rimorso.
Una fiaba di cuore ferito
che comincia con errore
e finisce con orrore.
Perché non sia affatto fiaba
per chi deve imparare.
Ho scritto una fiaba
che solo io chiamo fiaba,
ma per trarre in inganno,
per attirare
chi la deve per forza sentire.
Per non farli scappare.
Per non farli sfuggire.
Composta martedì 2 febbraio 2016
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