George & Dragon
In mezzo a tante voci che non sento
scambiamo in due quattro parole.
Io
con quello che per puro caso mi sta seduto accanto
con il suo bicchiere.
Anzi
è lui che parla a me,
almeno mi sembra di sentire.
Giusto così,
perché succede qualche sera.
Poi ci rifletto
e mi viene da pensare:
"Che cazzo dice, e proprio a me".
E magari
anche se da un po' non fa parola.
Penso
che forse è meglio sentire un signor qualcuno conosciuto in treno
e visto scendere dopo mezz'ora.
E a volte è pure troppo.
Qui
se parla solo uno
certo è per criticare,
se l'altro tace è solo perché non sente
o non vuol sentire.
Io sono sempre l'altro.
Ma gli basta poco per accontentarsi
al criticone,
giusto ogni tanto un cenno,
così per cortesia.
Io di certo so che non serve a niente criticare
e neppure l'ascoltare.
Gli anni insegnano come assentarsi dagli altri
e da te stesso,
e fare degli orecchi una barriera.
Così,
con lo sconosciuto il giorno in treno
e con l'ubriaco al pub di sera.
Composta martedì 2 febbraio 2016
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