Foglio bianco, mani in mano.
Nulla più.
Un bicchiere di vino, poi un altro, e
nulla più.
Basta una risata,
bastano gli amici,
un'estate da vivere e
un traguardo da non raggiungere.
Una corsa al contrario la nostra.
Verso la fanciullezza,
verso un'età che non torna più.
E il vento infuria,
ci spinge con forza verso un presente che vogliamo conservare,
perché da un momento all'altro non diventi passato.
E poi?
Poi nulla più.
Mi risveglio in un presente
che svanisce minuto per minuto.
E dimentico.
Dimentico questi e quei momenti,
come dimenticherò quelli che non ho ancora vissuto.
Calpesto i secondi passati,
attecchiti al suolo un attimo dopo aver sfiorato il mio viso
giungono le stagioni e svaniscono sotto i miei occhi ciechi.
E vorrei afferrare ogni attimo e tenerlo con me, come vorrei afferrare te.
Quel te che non ho mi conosciuto e che forse mai conoscerò.
Ho teso la mano,
eppure non sono riuscita
neppure sfiorare una
delle gocce di pioggia che hanno iniziato
a cadere
dal cielo in lacrime.
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