Chiedo alla notte qualcosa che non ho saputo sussurrare al giorno,
implacabile ristoro che la mia vita non trova negli occhi del mondo.
Dispenso parole in delirio
e vorrei soltanto un amore
a ristorare le mie ore feconde.
Ti invito a essermi amico e
in segreto ne ho orrore
perché hai cancellato una parte di me che non trovo
in nessun volto.
Scaglio feroci fumi nel buio
della montagna sacra,
invoco leggerezza e grazia,
mie fedeli compagne di sempre.
Chi sarai tu che riporterai
le frasi ad avere un senso
e i miei occhi a sorridere?
Quanto tempo dovrò divorare
prima di averti al mio fianco?
Dove finisce un amore inizia
un silenzio che oso chiamare
tristezza.
Composta lunedì 8 agosto 2016

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