La pioggia è la ricchezza dei proletari,
la madre feconda della fame dei poveri.
In questa terra feconda zambesiana
il sudore fortifica l'anima e la zappa.
L'uomo e la donna sono motori a manioca
su strade museo di piedi scalzi senza nome.
Qui non si cammina con le Mercedes
né con carri trainati da robusti buoi.
Non si conosce la metropolitana
né il Concorde dei cieli occidentali.
Nessuno firma assegni falsi
né tenta nei casini la sua fortuna.
Qui per riempire di contenuto le sere
i vecchi raccontano le favole del coniglio,
la storia degli antenati illustri,
la caccia comunitaria fatta con le reti,
la lancia, le maschere e grida umane
per spaventare i fantasmi della notte.
Ringraziamo questi popoli ancora saggi,
o uomini che ci chiamiamo occidentali.
Da questi popoli chiamati primitivi
nascerà per l'umanità la nuova primavera
ricca di acqua che farà germinare i semi
di una nuova umanità senza tanti misteri.
Composta giovedì 30 novembre 1978
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