Scritta da: Monica Cannatella

La zagara

Bella e profumata.
Ancor sul nascere
veniva già sporcata
usata
recisa.
Come ogni bel fiore che
si rispetti, qualcuno tentò
di coglierla...
Lei, che se ne stava ancora
in posizione fetale.
Lei, che veniva sorpresa dalla luna
a dormire con i pugni chiusi
di chi si culla nel dolce
grembo materno.
Innocente
pulita
fiduciosa.
Fino a quando due mani
non tentarono di sfiorarla.
Non voglio lasciare la terra...
il mio mondo di bimba...
Non sono pronta!
E con la forza di un gigante
allontanò da se quelle luride mani
che volevano violare il suo cielo d'estate.
Qualcun altro provò a recidere
la bella zagara.
Ma lei, restò salda al suo
giardino.
Ma non profumò più!
L'uomo, in qualche modo,
l'aveva sporcata.
Ecco perché prima di
aprirsi, ha la forma di una lacrima.
Per il dolore che le è stato
inflitto.
Composta mercoledì 23 novembre 2016

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