La monaca
Scioglieva i suoi capelli lunghi e neri,
soggiogata da litanie, nenie diffuse,
allorquando li spezzava, in un sol colpo,
donando chioma, alla lucente lama.
Brandelli caduchi,
rendean tappeto l'ore infrante,
taglio netto ad un nobile vissuto,
in agonia prostrata. straziata,
seguente a scelte d'altri,
dal bieco sapor di costrizione.
Un solo istante... l'esistenza, in un minuto,
s'ea ritirata tra cinta di clausura,
orazioni cantilenanti e ceri accesi, sagome scure su immacolati muri.
Angusti corridoi... Segreta e uggiosa cella accogliea carne fiorente,
vitale ed infuocata, dal desio del peccato,
a tramar l'incontro e copulare, nell'anelata ombra,
recante luce a figli, nati e persi, sovente mai bramati.
Tormentato amore disperato, esasperato da simboliche catene,
sortite dalla mente d'un infido tiranno,
che padre s'appellava, di giovinetta ignara,
la monaca che si macchiò d'infamia, in tempi andati.
Composta mercoledì 20 luglio 2016
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