A librarsi nell'aria, su... in alto
Incedendo sì piano su rena bagnata,
i suoi piedi imprimevano l'orme
da cui rifluiva, sovente, dell'acqua salata.
Attendeva l'arrivo fremente dell'onda,
su cui spuma leggiadra, sbocciando, adornava,
ch'appariva dissolversi al tatto.
Innalzava lo sguardo più in alto del cielo,
perso nella sua muta preghiera
atta a chiedere venia al suo Dio.
Se il desio del creato dinanzi
le rapiva la mente
e l'effluvio, sì acre, i suoi sensi.
Se dal cuore esondava l'amore,
per quel mare ch'amava d'immenso
da mancarle, al pari del fiato e di cui recepiva il respiro.
Se ancor percepiva il rimpianto
d'aver tutto quel ch'agognava, sì tanto,
all'inverso d'un paio di diafane ali.
E se il vento arrecava quel canto
nel sfiorar l'impalpabile corpo,
suscitandole brividi intensi...
Smoderato l'incanto, a quel mare,
il suo Padre Celeste avea dato.
Non potea darle torto, se tardava a tornare.
A librarsi nell'aria, su... in alto.
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