Le mancava immensamente
Sorvolava il mare, con le sue ali bianche,
pareva esser volo d'un gabbiano,
scrutando l'onde che, nell'infrangersi su scoglio,
l'erodean malvagie. Immobile, com'ad aspettar la morte.
Si poneva sulla rena, ammirando, col suo cuor ormai etereo,
l'orizzonte, riflettente nell'acque trasparenti,
ch'agivano da specchio, nel donargli i suoi colori evanescenti,
ch'entrambi rendevan similari. Quasi fosse suo gemello.
Seguiva, coi suoi occhi verde-azzurri, fin in fondo,
dove sguardo si perdea, laddove parean incontrarsi,
sciogliers'in un abbraccio, per divenir tutt'uno. Quasi a sposarsi.
Simbiosi d'un creato insormontabile e perfetto.
Rammentava l'acre effluvio del salmastro,
or mai più potea inebriarsi, così priva dei suoi sensi.
Le mancava percepir i suoi fremiti soventi,
in quel tempo, nell'immerger il suo corpo ancor intatto.
Ascendeva nuovamente al posto suo, alle Alte Sfere,
immutabili, in quel ch'era il Paradiso,
inni, in cor di Cherubini e Serafini spars'in cielo,
non lenivan il ricordo del suo mar...
Le mancava immensamente...
Non poteva starne senza...
Composta sabato 27 febbraio 2016
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