Guardavo l'orizzonte affacciato al mio balcone
pieno di fiori nati di notte con montagne all'orizzonte.
Scorgevo lontano un volto nelle bianche nuvole
che mi chiamava sottovoce ripetendo il mio nome.
I sogni volavano su maschere con occhi azzurri
scolpite a mano chi sa quando da destrezza africana.
Avevano gli occhi gonfi di umano e triste dolore
le labbra grosse dipinte da acceso e rosso carbone.
L'amore era nascosto dietro muri di pietra viva
indossava un cappotto di lana rossa senza bottoni
mi offriva un bianco fiore acceso dai suoi occhi
con un sottile profumo trapunto di pure illusioni.
Guardavo l'orizzonte affacciato al mio balcone
non so se i fiori che pendevano erano sogni sbocciati
oppure i sogni erano fiori senza ancora un nome
che aspettavano di sbocciare nella prossima aurora.
Ricordo solo che quella sera perduto sul balcone
viaggiavo senza biglietto e senza alcun bagaglio
in un treno che trascinava vagoni pieno di ricordi
e una ghirlanda di fiori rossi e umane passioni.
Non ricordo il tempo trascorso insieme al vento
che muoveva con leggerezza le verdi foglie nella sera
Ricordo solo che i passeri danzavano sul mio tetto
in cerca del nido tessuto con estrema delicatezza.
Non chiesi più niente quella limpida sera pieno d'incanto
mi bastava l'orizzonte, il cielo e una pace senza rimpianto.
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