Il mondo dei ricchi non
cambierà mai, son solo
buoni a combinar guai.
Prendono in giro anche se
stessi se diventano depressi,
ma siamo noi i veri fessi
che dei loro innumerevoli
capricci, uno per ogni capello
se anche non son ricci, ne
favoriam lo sfarzo, capricci
che così tanti non ne ha
neanche marzo, pur così
pazzo. Come quella personcina*
(Michelle) che, col sorriso
da fatina, ti fa sentire una
cretina quando poggia il
sederino su quell'auto* (porsche)
che è un insulto al poverino,
ma poi dai giornali ti fa
l"occhiolino e tu vai a spenderci
un soldino. Ma avere un bolide*
(auto) così, non è un esempio
da seguir, per un pianeta da
custodir. Magari fare un po'
di bene, che sempre all'animo
conviene, non è una brutta
idea e fa più grande* (migliore)
la sua platea* (fan). Oppur
quella gattina* (Belen) che
raspola in televisione, in qualche
trasmissione e si fa vanto
ognor d'aver un figlio ch'è un
tesor, senza che ciò ci stupisca
neanche un po'. Ma, come norma,
è un sottile gioco farsi vedere
sempre in forma, per farsi
desiderare e rimanere sempre
in onda. E arricchirsi a più non
posso, così da avvallar il
paradosso che a noi ci lascian
rosicare solo un osso. Perché
ciò non crea una sana
competizione, che è giusta
solo quando, il cervello, fa
entrare in azione. È il gioco
della seduzione che coltiva i
nostri sensi, distraendoci da
ciò che veramente di te stesso
pensi, per poi farlo esplodere,
alla faccia di chi ti vuole sempre
lì a rodere. E che dir di chi* (Donald)
è bravo a fare il miliardario, ma
che rimette il suo onorario a chi
non ha salario? * (terzomondo).
E se quanto è stato detto fa
rifletter che viver si deve tutti
sotto lo stesso tetto, allor serve
alzare i toni per toglier dall'incanto
tutti quelli che son proni a un
sistema di furboni.
Composta venerdì 7 aprile 2017
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