Spesso e a lungo
Spesso e a lungo,
con vecchi e giovani ho conversato:
le iperboliche scorribande
di un pensiero inquieto e inappagato
per un po', loro malgrado, hanno seguito.
Sorretti da certezze, stabilizzati e ancorati,
ad un dubbio non hanno oscillato,
paventato un possibile sospetto
all'insinuarsi che qualcosa pur non tiene
hanno scartato l'idea
che una bolla d'aria teme gli abbracci
degli uomini senza dei o demoni
e che mai poi arriveremo nel mezzo
di una verità in cui si veda chiaro.
Nessuna sorpresa, c'era da aspettarselo:
non si differisce da ciò che si è,
come paratie ermeticamente chiuse
le convinzioni, tengono!
Dopotutto, insidiare una mente
per minare una radicata sicumera
da tempo accreditata,
agitare il frullino nella testa
di un altro e costringerlo
a domandarsi della vita
non è buona cosa, né aggrada.
Se si scuote dal sonno un acquario
le turbolenze intorpidiscono
ciò che è limpido
e noi, vogliamo sempre vedere chiaro;
godere la dolce ignoranza
che ci fa felici, tenere a bada
il fioretto invisibile che ci trapassa.
E così tutto accade
perché siffatto deve accadere;
la ricognizione sulle cause
del perché del nostro stare al mondo
la si lascia ai pazzi o ai singolari,
il tempo non impegnato,
edace, è contingentato e...
ben altro abbiamo da fare!
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