Il vento soffia a intermittenza in questo pomeriggio sereno
mentre io leggo un romanzo spagnolo, che mi porta in giro
dal polo al deserto, che ha il bel titolo "le finestre del cielo".
Osservo le foglie che si muovono dietro i vetri del balcone
mentre le tortorelle si posano leggere su una pianta di gelsi
che immobile, s'innalza nel giardino, mi guarda e mi sorride.
Il giorno sta arrivando, vecchio come me, al suo bel tramonto
tappezzando il cielo di colori forti e tenui muovendoli col vento
che lentamente dà il suo addio sia agli uomini che agli uccelli.
Un tocco di campane della bella chiesa barocca del mio borgo
mi richiama a un gioco dell'anima che vive di silenzi e rintocchi.
Mi inebrio di dolcezza sentendo una mano celeste che mi tocca.
Il vento canta la sua nenia sulle foglie tremule del glicine azzurro
sospeso in alto che sporge dal balcone sul piccolo caro giardino
in attesa che anch'io spicchi il volo con l'anima leggera e pulita.
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