Solitudini
Quando solo ti senti
e l'ultimo malinconico
spinoso passo di spirale
serrandosi ti avvolge
e l'animo costringe
in oblique tristezze,
finisci col tirar pugni nell'aria
o sputarti allo specchio
pur di sottrarti
ai colpi mortali
che il dolor vibra
al tuo esser vivo.
Ad altri dir vorresti
di te, delle tue pene...
dell'esilio forzato
del cuor che indomito
non si prostra
al corteo d'ombre
dei giorni vuoti
che passano morti
lungo i viali che un tempo
furono della giovinezza.
Murate restano le parole
che sulle labbra mute,
come semi rattrappiti
in aride zolle,
agonizzano inerte.
Ignorato dal mondo
che con sguardo idiota
senza guardarti ti fissa,
soffri e contorci te stesso
cercando di rifarti le forze,
riemergere dal gorgo
e aggrapparti all'istinto
che trascina alla vita.
Al vano gioco ritorni:
altre albe verranno
dalla volta trapunta di stelle!
E se anche la ruota
del torchio che le speranze
macina non si inceppa,
se anche non cessa
l'ansia che ti fa infelice,
nel sogno amico aspetti
che qualcuno raccolga
l'opaca sorte
che ti inserra
per trasformarla
in un brivido di luce.
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